Nel libro Pianeta Oceano, la biologa Mariasole Bianco racconta di un ecosistema straordinario e divulga qualche dato sorprendente: se non ci fosse stato l’oceano, dalla rivoluzione industriale ad oggi la temperatura della terra sarebbe aumentata di 36 gradi; il 50% dell’ossigeno che respiriamo deriva dal mare, che è anche in grado di assorbire un terzo dell’anidride carbonica che produciamo ogni giorno. Chi l’avrebbe mai detto: una balena, durante la sua vita, immagazzina in media 33 tonnellate di CO2 mentre un albero ne assorbe annualmente meno di 22 chili. Il grande mammifero si alimenta in genere in profondità, ma defeca in superficie, rilasciando ferro e azoto, elementi chimici in grado di fertilizzare il fitoplancton. Proprio il fitoplancton gioca un ruolo cruciale nella regolazione del clima poiché, a sua volta, assorbe l’anidride carbonica e, al termine del suo ciclo vitale, sprofonda negli abissi immagazzinando il carbonio.
In generale, l’oceano potrebbe quindi essere definito il polmone blu del mondo anche grazie alla vegetazione di distese verdi sommerse e alghe. Come ad esempio le praterie di posidonia, che nel Mediterraneo sono uno dei maggiori luoghi di biodiversità e che, intrappolando tra le loro radici i sedimenti, purificano l’acqua e combattono l’erosione delle coste.
Anche le mangrovie, all’equatore, sono l’ambiente ideale per la riproduzione di milioni di specie e rappresentano la naturale barriera contro l’erosione della costa, le mareggiate e l’innalzamento del livello del mare.
E poi, avete mai sentito parlare delle foreste di kelp? Sono alghe brune, di medie e grandi dimensioni, capaci di raggiungere i 45 metri di altezza – come un palazzo di almeno dieci piani – che accolgono le lontre marine e un ecosistema ricchissimo, compensando l’anidride carbonica emessa da 6 milioni di autovetture.